sabato 20 agosto 2011

CALDO, CALDO

L'orologio digitale sul fronte del supermercato spara a caratteri giganti: 40°!
Due del pomeriggio: sembra di muoversi nel flusso caldo di un gigantesco phon. Sono in macchina, finestrini tutti e aperti (niente aria condizionata, per carità); Isoradio snocciola notizie di intasamenti spalmati uniformemente lungo tutto il Paese. Sto tornando a casa - chiusa da qualche giorno - dove so troverò una temperatura ancora superiore, ma non me ne importa assolutamente niente. Godo di questo caldo, godo del sudore che lento sento insinuarsi lungo la linea della schiena, godo dell'odore un pò alterato che sale dalle ascelle. Penso con gusto della doccia che farò tenendo la finestra aperta, all'acqua appena tiepida e al sapone che alleggeriranno almeno per qualche ora gli odori più intensi. Al pranzo a base di cocomero succoso, al libro letto sul divano, in mezzo alle correnti d'aria, alla pesantezza che pian piano mi prenderà e al sonno a cui mi abbandonerò docile.
Qualche ora lenta di lavoro a casa, perchè non c'è da correre, e poi fuori - con il vestito più leggero e impalpabile che possiedo, le spalle nude e la felicità assoluta che mi regala quest'aria d'estate piena - a raccogliere la mia città che entra, piano, nella dolcezza della sera di una caldissima giornata d'agosto...


P.s.: so di andare controtendenza ma per me il freddo è veramente faticoso per cui con queste temperature - anche se lo riconosco, estreme, - ho l'illusione di fare incetta di energia preziosissima.

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